Il governo italiano vuole costituirsi parte civile nel processo ai soccorritori della iuventa

December 19, 2022

Trapani, 19.12.2022 Passi decisivi sono stati compiuti oggi nel processo ai membri dell’equipaggio della nave di soccorso civile iuventa, che rischia fino a 20 anni di carcere per “favoreggiamento dell’ingresso non autorizzato” e la cui nave è abbandonata, pur se sequestrata, nel porto di Trapani da oltre 5 anni. Sia il Ministero dell’Interno che la Presidenza del consiglio dei ministri hanno chiesto oggi di essere ammessi come parte civile nel processo.

L’intenzione espressa è quella di chiedere un risarcimento danni a coloro che hanno contribuito al salvataggio di persone in difficoltà in mare. Secondo il governo, lo Stato italiano ha subito un considerevole “danno economico e morale” perché le persone sono state salvate dalla morte in mare e portate in un luogo sicuro, rispettando così non solo il diritto internazionale ma anche gli obblighi morali fondamentali.

Kathrin Schmidt, iuventa-crew: “Il fatto che il governo italiano affermi apertamente di aver subito danni morali e di reputazione a causa delle nostre azioni di difensori dei diritti umani che salvano persone in mare è molto eloquente per uno Stato membro dell’UE e davvero vergognoso. Le indagini e i processi contro di noi sono sempre stati motivati politicamente. Ora questo è stato apertamente rivelato“.

Dariush Beigui, iuventa-crew: “Meloni dice che stiamo danneggiando l’Italia perché abbiamo salvato delle persone e lottiamo per i loro diritti. Se i neofascisti vogliono farvi causa, è molto probabile che abbiate fatto tutto bene”.

Sebbene il Tribunale dovrà ora esaminare la richiesta dello Stato italiano nelle prossime udienze, nel corso dell’udienza odierna ha preso alcune decisioni fondamentali per definire il significato del “giusto processo”.

Sebbene la Corte debba ora esaminare la richiesta dello Stato italiano nelle prossime udienze, nel corso dell’udienza odierna ha preso alcune decisioni fondamentali in merito alle controversie degli ultimi mesi: Cosa significa il termine “giusto processo” in Italia? La Corte non si è trovata d’accordo con il procuratore capo su questo punto, ma ha seguito le richieste della difesa e di conseguenza ha preso il controllo degli elementi cruciali per un processo equo.

In primo luogo, la Corte ha stabilito che agli imputati della Iuventa deve essere fornita un’ulteriore assistenza linguistica in udienza sotto forma un interprete aggiuntivo, al fine di, come ha dichiarato la Corte, “garantire un’effettiva partecipazione al processo”.

Inoltre, il giudice ha permesso alla difesa di presentare le registrazioni audio che la difesa aveva effettuato prudenzialmente durante l’interrogatorio di uno degli imputati.

L’accusa si è incredibilmente opposta alla richiesta di inserire il file audio dell’interrogatorio nel fascicolo processuale, ed è stata smentita dalla decisione del giudice di ammettere la produzione.

Nicola Canestrini, avvocato degli imputati: “Accogliamo con favore questa decisione, perché ora finalmente si potrà esaminare la mancanza di qualità degli interpreti nominati dalla polizia e dalla procura. Le stesse prove audio dimostreranno che l’ufficio del pubblico ministero ha violato elementari regole procedurali, come citare correttamente la difesa nei verbali.

Anche Amnesty Italia ritiene che si tratti di una “decisione importante, in quanto il diritto alla traduzione corretta di tutte le parti degli interrogatori è uno dei fondamenti di un processo equo”.

Infine, il tribunale ha nominato quattro esperti per preparare le trascrizioni parola per parola di tutti gli interrogatori, al fine di valutare l’adeguatezza dell’interpretazione. L’udienza è stata chiusa e aggiornata al 13 gennaio, quando verrà presa una decisione sulla validità dell’interrogatorio.